Conosci la Partula tohiveana? Questa particolare lumaca polinesiana è al centro di una straordinaria storia di conservazione. Grazie a un progetto globale che ha coinvolto zoo e scienziati di tutto il mondo, la Partula è stata reintrodotta nel suo habitat originario e si è nuovamente riprodotta nelle foreste della Polinesia. La sua storia evidenzia come collaborazione e dedizione possano salvare una specie dall’estinzione e ripristinare l’equilibrio ecologico di un intero ecosistema
Dopo un lungo periodo di lavoro, un progetto globale di conservazione ha raggiunto un traguardo davvero importante: per la prima volta in 40 anni, la Partula tohiveana, una piccola lumaca polinesiana, è stata ritrovata a vivere e riprodursi nuovamente in natura. Questa scoperta, avvenuta nell’isola di Moorea in Polinesia francese, rappresenta una pietra miliare per questa specie, finora considerata estinta.
La storia di questo esemplare è una delle più complesse e affascinanti nel campo della conservazione. Negli anni ’80 e ’90, l’introduzione della lumaca predatrice Euglandina rosea, destinata a controllare la popolazione di un’altra specie invasiva (la lumaca africana gigante), ha avuto invece un effetto devastante sulle lumache native, come la Partula. Il predatore, infatti, invece di eliminare la specie invasiva, ha quasi sterminato le piccole lumache endemiche della regione, portando molte di queste all’estinzione. Solo un intervento tempestivo ha permesso di salvare gli ultimi esemplari, che sono stati portati in sicurezza presso diversi zoo.
Da quel momento è iniziata una collaborazione internazionale che coinvolge 15 strutture di tutto il mondo, tra cui istituti di Londra, Edimburgo e altre in Nord America ed Europa. Questi centri di ricerca hanno sviluppato programmi di riproduzione in cattività per mantenere vive le specie di Partula e, negli ultimi dieci anni, hanno avviato il loro difficile processo di reintroduzione nelle foreste tropicali della Polinesia francese. Attività molto importanti che richiedono precisione e dedizione: prima del rilascio, le lumache, lunghe appena 1-2 cm, vengono contate e contrassegnate con un punto di vernice gialla riflettente per permettere ai ricercatori di monitorarle al buio, dato che sono più attive di notte.
Recentemente, durante la consueta reintroduzione annuale delle specie di Partula a rischio di estinzione, gli ambientalisti hanno rilasciato oltre 6.000 lumache allevate in cattività da parchi zoologici di tutto il mondo. Cosa è successo nello specifico? In una di queste attività, guidate da Paul Pearce-Kelly (curatore senior del programma di conservazione degli invertebrati presso lo Zoo di Londra), è stata trovata una Partula tohiveana adulta non contrassegnata. Questo dettaglio, apparentemente insignificante, è invece il successo dei ricercatori: indica che le lumache rilasciate in precedenza si sono riprodotte con successo nel loro habitat naturale. La lumachina senza il punto di vernice era nata naturalmente! Un passo fondamentale per la conservazione di questa specie, che ora potrà essere considerata “in pericolo critico” e non più “estinta in natura”, secondo la Lista Rossa dell’IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura).
Questo progetto dimostra quanto anche le specie più piccole possano avere un grande valore ecologico. Le lumache Partula, ad esempio, non sono solo un importante tassello del patrimonio culturale della Polinesia, ma svolgono anche un ruolo cruciale nel mantenere in equilibrio l’ecosistema delle foreste locali, nutrendosi di tessuti vegetali e funghi in decomposizione. Proprio per questo motivo, il loro ritorno aiuterà a ripristinare l’armonia ecologica in un ambiente gravemente danneggiato dalle specie invasive.
Come sottolinea Pearce-Kelly, queste piccole lumache rappresentano molto di più della loro dimensione: sono simboli di speranza in un momento in cui la biodiversità globale affronta minacce senza precedenti. Attraverso sforzi coordinati e sostenuti, la specie Partula ha fatto un passo verso la sopravvivenza nella sua battaglia contro l’estinzione, aprendo la strada a ulteriori sviluppi in questo settore.
Tutte le foto: IPA
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